LA LIBRERIA SRLS: Scheda prodotto
COME LE MOSCHE D'AUTUNNO
di NEMIROVSKY IRENE
Stato Editoriale
In commercio
- Titolo: COME LE MOSCHE D'AUTUNNO
- Autore: NEMIROVSKY IRENE
- Illustratore: 0
- Editore: ADELPHI
- Macrosettore: NARRATIVA,-BIOGRAFIE-E-STORIE-VERE
- Settore: ALTRA
- Collana: PICCOLA BIBLIOTECA ADELPHI
- Anno: 2007
- ISBN: 9788845922077
- Pagine: 99
- Volumi: 1
Classificazione DEWEY
- 830 LETTERATURA
Classificazione CEE
- FC NARRATIVA CLASSICA (PRIMA DEL 1945)
à lei, Tat'jana Ivanovna, la vecchia nutrice, a preparare i bagagli di Jurij e di Kirill, i ragazzi che partono per la guerra; ed è lei a tracciare il segno della croce sopra la slitta che li porterà via nella notte gelata. Sarà ancora lei a rimanere di guardia alla grande tenuta dei Karin allorché la famiglia dovrà, come tanti, rifugiarsi a Odessa e ad accogliere Jurij quando tornerà, sfinito, braccato. Né si perderà d'animo, la vecchia nutrice, quando dovrà camminare tre mesi per raggiungere i padroni e consegnare loro i diamanti che ha cucito a uno a uno nell'orlo della gonna. Grazie a quelli potranno pagarsi il viaggio fino a Marsiglia, e proseguire poi per Parigi. Nel piccolo appartamento buio che hanno preso in affitto Tat'jana vede i Karin girare in tondo, dalla mattina alla sera, come fanno le mosche in autunno. Lei, che è stata testimone del loro splendore, che li ha visti crescere, che li ha curati e amati per due generazioni con fedeltà inesausta, li vedrà adesso vendere le posate, i pizzi, perfino le icone che hanno portato con sé. Sembra che nessuno di loro voglia ricordare ciò che è stato; solo lei, Tat'jana Ivanovna, ricorda: così una notte, quella della vigilia di Natale, mentre tutti sono fuori a festeggiare, si avvia da sola, avvolta nel suo scialle, verso la Senna.
È lei, Tat'jana Ivanovna, la vecchia nutrice, a preparare i bagagli di Jurij e di Kirill, i ragazzi che partono per la guerra; ed è lei a tracciare il segno della croce sopra la slitta che li porterà via nella notte gelata. Sarà ancora lei a rimanere di guardia alla grande tenuta dei Karin allorché la famiglia dovrà, come tanti, rifugiarsi a Odessa e ad accogliere Jurij quando tornerà, sfinito, braccato. Né si perderà d'animo, la vecchia njanja, quando dovrà camminare tre mesi per raggiungere i padroni e consegnare loro i diamanti che ha cucito a uno a uno nell'orlo della gonna. Grazie a quelli potranno pagarsi il viaggio fino a Marsiglia, e proseguire poi per Parigi. Nel piccolo appartamento buio che hanno preso in affitto Tat'jana vede i Karin girare in tondo, dalla mattina alla sera, come fanno le mosche in autunno quando, finita la gran luce dell'estate, «volano a fatica, stanche e irritate, sbattendo contro i vetri e trascinando le ali morte». Lei, che è stata testimone del loro splendore, che li ha visti crescere, che li ha curati e amati per due generazioni con fedeltà inesausta, li vedrà adesso vendere le posate, i pizzi, perfino le icone che hanno portato con sé; così come vedrà Kirill farsi mantenere da un'attrice e Lulù andare a letto con il suo fidanzato sul divano di casa. Sembra che nessuno di loro voglia ricordare ciò che è stato; solo lei, Tat'jana Ivanovna, ricorda: e le manca quel mondo che è andato a fuoco sotto i suoi occhi, le mancano gli inverni russi, il fiume ghiacciato, la casa. Così una notte, quella della vigilia di Natale, mentre tutti sono fuori a festeggiare, si avvia da sola, avvolta nel suo scialle, verso la Senna. Che racconti della Francia degli anni Trenta o della Russia come lei stessa l'ha conosciuta da bambina, Irène Némirovsky non delude mai: anche qui il lettore si troverà risucchiato e travolto dalla forza incantatoria della sua scrittura - e dalla compassionevole fermezza del suo sguardo.